1 settembre 2015

#SpeedyBRICK: L'#edilizia? Un gioco da ragazzi


Il "fai da te" modello Lego e Meccano debutta in edilizia. Flavio Lanese (che avevo già conosciuto in occasione di Innovarti, quando era ancora in attesa del via libera sul brevetto) è riuscito a trasformare l'edilizia in un gioco da bambini. Battute a parte SpeedyBRICK è davvero un'idea che arricchisce la genialità italiana, in questo caso anche valdostana, tanto da meritarsi dopo un iter complesso addirittura il brevetto.

Flavio Lanese
Ma andiamo per ordine. Che cosa è SpeedyBRICK? Lanese ha dato vita ad un sistema di costruzioni che si basa sull’assemblaggio di blocchi modulari per la realizzazione di pareti divisorie, muri perimetrali o altri manufatti di forma anche complessa, sia in ambito edile che in altri settori (complementi di arredo, contenitori, manufatti ludici, creazioni artistiche, ecc..).
Nel dettaglio ci troviamo di fronte ad un sistema di incastro dei blocchi che consente di assemblarli tra loro in modo rapido e preciso; ad elementi meccanici che legano i blocchi tra loro formando una armatura metallica che garantisce la resistenza delle costruzioni alle sollecitazioni di trazione, compressione e pressoflessione e ad un sistema di raccordo a pavimenti, pareti e soffitti preesistenti basato su elementi a compressione e utilizzabile senza particolare competenza tecnica per una finitura ottimale

I vantaggi se hai ben seguito la descrizione dell'oggetto sono evidenti. Prima di tutto la semplicità di impiego.  Le costruzioni realizzate con SpeedyBRICK non richiedono manodopera specializzata e possono essere gestite da chiunque con un approccio “fai da te”. Poi la pulizia delle realizzazioni in quanto l’assemblaggio dei blocchi SpeedyBRICKnon comporta utilizzo di malta o colla e non produce polvere o calcinacci; la finitura dei manufatti visto che i blocchi sono concepiti per essere utilizzati faccia-vista e non necessitano quindi di ulteriori rivestimenti o trattamenti. Da aggiungere anche la reversibilità delle realizzazioni in quanto i manufatti realizzati con SpeedyBRICK possono essere smontati con la stessa semplicità, velocità e pulizia con cui sono stati assemblati e i blocchi sono pronti per essere riutilizzati nella costruzione di nuovi manufatti azzerando ogni spreco. E, infine, la predisposizione per reti tecnologiche. I blocchi in questione sono già predisposti per l’installazione di reti tecnologiche (impianti elettrici, reti telematiche, impianti idraulici) all’interno dei manufatti realizzati. Sono disponibili blocchi con sede per punto luce standard che permettono l’inserimento di prese, interruttori ed altri componenti normalmente utilizzati per gli impianti elettrici.

Così Lanese racconta la sua storia. «Per quanto riguarda il brevetto la ricerca per il rilascio del parere è stata svolta dall'Ufficio Brevetti Europeo di Monaco di Baviera che è una delle due sedi EPO (European Patent Office) come Ufficio ricevente PCT (Patent Cooperation Treaty) o Trattato di Cooperazione internazionale in materia di Brevetti (l'altra sede è quella dell'Aja). L'iter è cominciato nel dicembre 2012 e, dopo un articolato scambio di corrispondenza tecnica, nel giugno del 2015 mi è stato comunicato che tutte le rivendicazioni (claims) della richiesta sono state giudicate innovative, inventive e industrializzabili (le tre caratteristiche a cui deve soddisfare una invenzione per poter essere brevettata: Novelty, Inventive Step, Industrial Applicability).  Ho quindi potuto procedere con il deposito del brevetto nei Paesi più industrializzati in cui mi pareva opportuno proteggere l'idea e cioè Stati Uniti, Giappone, Canada, Cina, Israele, Brasile, Australia, Europa (paesi contraenti la Convenzione del Brevetto Europeo) e Russia. Durante l'iter della pratica relativa al brevetto ho provveduto a registrare il marchio SpeedyBRICK che mi pareva suonasse bene e fosse evocativo del prodotto».


Due parole anche sui prototipi.
«I prototipi - prosegue Lanese - sono stati  prodotti con due materiali molto diversi (il che è una delle caratteristiche del sistema che permette di utilizzare moltissime tipologie di materiali anche in combinazione tra loro): Legno di abete lamellare (quello dei classici chalet prefabbricati) lavorato con macchine utensili a controllo numerico e Poliammide utilizzando una stampante 3D industriale.

 
Le dimensioni dei prototipi sono di 10X20 cm di base per 10 cm di altezza. Questa dimensione è quella che più si avvicina a quella dei tradizionali mattoni in laterizio e permette di realizzare manufatti di forma anche molto complessa e articolata. Il brevetto però non riguarda solo questa dimensione ma i blocchi possono essere realizzati anche in formati di spessore, lunghezza e altezza molto diversi per adattarsi in modo ottimale alle diverse tipologie di manufatti da realizzare (ad esempio per la realizzazione di una unità abitativa di dimensioni medio-piccole, tipo chalet prefabbricato appunto, risulta più conveniente utilizzare blocchi decisamente più grandi, in modo da avere meno elementi da assemblare tra loro, e realizzati con legno sulle due superfici esterne con interposto uno strato di materiale isolante. Le rivendicazioni espresse dal brevetto non limitano ne' le dimensioni degli elementi modulari ne' la combinazione di materiali utilizzabili».

 

 
 

2 commenti:

giancarlo borluzzi ha detto...

Dalla lettura, direi che non sono pareti portanti. Si parla di compressione, ma solo per peso proprio. Globalmente l'idea è finalizzata a tamponamenti che già sono possibili a secco in modo più semplice, rapido ed economico. Colpisce il profano l'approccio originale, ma questo non fornisce un prodotto che farà molta strada sul mercato.

Riccardo Raia on 4 giugno 2016 alle ore 10:27 ha detto...

Carissimo Giancarlo Borluzzi; si evince dal suo ragionamento che lei non sia un profano, pertanto la rimando alla storia della Rai, condotta da un allora professionista del settore, dove, per l'avvento dei Beatles nel 1965 a Milano, non si hanno registrazioni ne audio ne video, dato che il "professionista" comunicò tramite stampa, che i Beatles erano una meteora di passaggio e "nessuno si sarebbe ricordato di loro".

 

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