11 giugno 2015

Nicola Rosset: «Cari #imprenditori dovete ricominciare ad #investire!»

 

 

Ti propongo un ampio estratto dell'intervento del Presidente della Camera di Commercio di Aosta Nicola Rosset in occasione della Giornata dell'Economia su cui tornerò anche con altri post.

 I dati riguardanti il 2014 ci parlano, e lo vedremo nel corso del pomeriggio, di un quadro generale ancora negativo, che presenta però tinte meno fosche di quanto successo in passato, lasciando trapelare qualche segnale che lascia ben sperare per una uscita dalla crisi che noi tutti ci auguriamo.

 Si tratta di una situazione in costante evoluzione dalla quale emerge però in maniera chiara una necessità ormai improrogabile per dare il via alla ripresa economica: abbiamo l’esigenza che le imprese ricomincino ad investire e che i giovani credano nella ripresa mettendosi direttamente in gioco.

E’ questa una considerazione che nasce da una analisi dei dati ma anche da quella che è l’evoluzione della situazione economica e politica. La possibilità di intervento del comparto pubblico appare oggi sempre più limitata e soggetta a vincoli che renderanno certamente impossibile un ritorno ad un passato nel quale, in Valle d’Aosta, la presenza del comparto pubblico ha assunto un peso decisamente significativo per la nascita e la crescita delle aziende.

Dai dati elaborati dall’Ufficio Studi della Chambre emergono chiaramente alcuni elementi di interesse e tra questi balza agli occhi come, sul fronte del credito, la consistenza dei depositi bancari e del risparmio postale in Valle d’Aosta sia aumentata, nel corso del 2014, più di quanto accaduto a livello nazionale, con un incremento, per le imprese, del 24,7%.
E’ un dato che, sommato a quello riguardante il settore dell’impiego, con un tasso di disoccupazione che rimane comunque all’8,9% con una forte criticità giovanile, indica che il comparto imprenditoriale non sembra ancora reagire ai segnali del mercato ed appare in attesa di segnali più chiari in merito alle possibili evoluzioni economiche ed amministrative. 

Se da una parte, infatti, i dati sui depositi e sulla natura giuridica delle nostre imprese, che vedono proseguire la crescita delle Società di Capitali testimoniano una maggiore strutturazione e robustezza delle imprese, dall’altra i dati sull’anagrafe delle imprese non sono incoraggianti.

Il 2014 ha visto contrarsi il numero delle imprese dell’1,5% con la perdita di 202 aziende ed un saldo tra iscrizioni e cessazioni ancora negativo. In questo contesto appare però anche importante segnalare come sia in aumento la forbice tra le imprese registrate e quelle attive, a testimonianza di come gli imprenditori preferiscano non cancellare definitivamente la propria impresa, ma sembrino piuttosto restare in attesa di “tempi migliori” o di segnali di fiducia.

In questo contesto la situazione di maggiore criticità sembra essere quella legata all’ambito delle costruzioni che, probabilmente condizionata dalla riduzione dell’impegno del comparto pubblico in materia di appalti e di grandi opere, registra un calo di 114 imprese con importanti conseguenze su tutto il comparto economico ed in particolare sull’ambito artigiano, che più degli altri rappresenta questo settore. 

Complessa è anche la situazione del commercio che, seppur in percentuale minore rispetto all’edilizia, ha comunque visto un calo dell’1,9% del numero di imprese, con 158 cessazioni di attività.

Da segnalare in questo quadro generale sull’andamento delle imprese, il trend positivo del settore turistico che registra un aumento del 2,2% delle aziende, così come in aumento risultano essere le presenze e gli arrivi seppure in un quadro in profondo mutamento che vede un calo delle presenze italiane ed un incremento di quelle straniere, in particolar modo francesi, inglesi e svizzere.

Elementi positivi giungono anche dal reddito disponibile lordo pro-capite che, con 21.377 euro per abitante, si mantiene ancora il più alto d’Italia, così come dall’export che, dopo la contrazione del 2013 fa segnare un risultato particolarmente positivo nel 2014 con un +6,1%, migliore rispetto a quanto registrato sia a livello nazionale (+2,0%) sia nella macro area Nord-Ovest (+2,2%).

Anche i dati del primo trimestre 2015 confermano un rallentamento delle cessazioni di impresa e, contrariamente a quanto avvenuto sulla scena nazionale, testimoniano un lieve aumento delle iscrizioni così come in lieve aumento risulta il tasso di natalità, passato da 1,52% del 1° trimestre 2014 al 1,64% del 1° trimestre 2015.

Da questa breve sintesi appare abbastanza evidente come, seppur ancora in un contesto di difficoltà, i primi segnali di ripresa si possano intravedere sia a livello nazionale sia in Valle d’Aosta, che notoriamente si muove in maniera anticiclica rispetto al Paese.

Proprio per questo, e ritorno al messaggio principale che vorrei evidenziare, serve che le imprese tornino ad investire. Serve che i giovani trovino il coraggio delle proprie idee e si mettano in gioco senza fossilizzarsi in attesa di un intervento pubblico che, proprio a seguito della difficile situazione economica, ha profondamente mutato la sua natura.

Richiesta di innovazione 
Credo che in questo senso l’iniziativa dei Giovani Imprenditori di oggi sia particolarmente significativa e proprio per questo motivo siamo particolarmente felici di poterla ospitare nell’ambito di questa giornata di lavoro.

Certamente il soggetto pubblico ricopre ancora un ruolo di grande importanza, proprio per mettere tutti i soggetti interessati nella condizione di poter svolgere al meglio il proprio lavoro e per sensibilizzarli nei confronti della necessità di fare rete e gioco di squadra. 

Da una parte è necessario cercare di rendere il più possibile snella la burocrazia, dall’altra serve dare la possibilità a coloro che decidono di investire il proprio tempo e le proprie energie in Valle d’Aosta di muoversi in un contesto che non risulti penalizzato rispetto alle altre realtà economiche.

Ed è proprio in questo senso credo che vada cercato e valorizzato il collegamento con l’approfondimento che anche quest’anno abbiamo voluto sviluppare in collaborazione con l’Università. 

In un contesto economico e sociale che sempre più spinge le persone a ricercare momenti e luoghi di maggiore serenità rispetto ai ritmi frenetici delle grandi città, la partita per le aree alpine si giocherà sempre più sul tema dell’innovazione. 

Trovo particolarmente significativo il dato che spiega come, negli ultimi 10 anni, i 1742 comuni alpini d’Italia abbiano visto aumentare di circa 212 mila unità i loro abitanti. Si tratta di numeri che testimoniano di un ritorno di interesse nei confronti dell’unicità e della genuinità che ancora caratterizzano il nostro contesto sociale, ma che devono in qualche modo essere supportati da un importante investimento in termini di infrastrutture ed innovazione.

Anche chi decide di spostare la propria residenza in una area montana non può infatti permettersi di rimanere scollegato dal resto del mondo e dal mercato. Per preservare e valorizzare il nostro territorio è dunque importante che esso resti collegato con il resto del paese sia in termini fisici sia in termini di scambio di informazioni e know how.

Allo stesso modo, da un punto di vista più prettamente imprenditoriale, è necessario che le nostre imprese siano messe nella condizione di poter vendere al meglio la propria produzione di qualità e l’unicità dei propri prodotti, anche su mercati più ampi di quello regionale e nazionale. 

Nel contempo spetta alle imprese il compito di unire e sviluppare la tradizione e la cultura alpina con l’innovazione e la capacità di rispondere in maniera immediata alle numerose e mutevoli richieste del mercato. La concorrenza globale impone infatti alle nostre imprese un impegno costante all’aggiornamento e all’innovazione.

Si tratta di una richiesta di innovazione che non può essere circoscritta solamente alle imprese più grandi, ma che proprio per le possibilità che è in grado di offrire in termini di nuovi sbocchi commerciali, deve interessare anche le imprese più piccole.

In palio non c’è solamente il livello della performance economica, ma la sopravvivenza stessa delle aziende.

La sfida è certamente importante, ma credo che possano costituire una buona base di partenza per la ripresa sia i segnali positivi provenienti dal sistema economico nazionale ed internazionale, sia la capacità delle nostre imprese, che nel corso degli ultimi anni hanno saputo mettersi sempre più in luce anche oltre i confini regionali.

 Solo così potrà emergere un comparto imprenditoriale capace di ritagliarsi un ruolo sempre più importante a livello regionale e che possa costituire un elemento di interesse e di attrazione anche per quei giovani che oggi sembrano patire in maniera più sensibile la mancanza di un impiego e la difficoltà nella valorizzazione delle proprie competenze.

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