5 giugno 2012

Giornata economia: si Deteriora l'Economia Valdostana (parte prima)

Da sinistra Charrère, Lévêque, Rollandin e Rosset
Organizzato dalla Camera valdostana ieri, lunedì 4 giugno, presso la Sala Cogne della Pépinière d’Entreprises, si è svolta la “Giornata dell’economia”, appuntamento annuale dedicato all’analisi economica del territorio.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti il Presidente della Chambre, Nicola Rosset,  l’imprenditore Costantino Charrère (che i lettori di questo blog conoscono bene) e il Presidente della Regione, Augusto Rollandin. Come sempre l’intervento più atteso è stato quello del prof. Massimo Lévêque, economista e docente presso l’Università della Valle d’Aosta, che ha illustrato i risultati di una analisi economica da lui realizzata per conto della Camera di Commercio valdostana. Presente ai lavori ti offro un testo di sintesi che è stato dato ai giornalisti. Vale 93 pagine di ricerca ed è fitto di informazioni, proprio per questo te lo sottopongo in due puntate.
Inserita in un  contesto nazionale fortemente problematico, l’economia valdostana, che dapprima ha mostrato segni di parziale tenuta, stanti la durata, l’intensità e l’ampiezza della crisi, con il passare del tempo ha iniziato a manifestare preoccupanti segnali di deterioramento. In particolare il numero di imprese risulta in progressivo calo (tra fine 2007 e il marzo 2012 la riduzione è di 940 unità (-6,3%) e quella delle sole imprese artigiane tra il 2010 e il primo trimestre del 2012 è di circa 130 (-3%)) il mercato del lavoro indica tra il 2010 e il 2011 una flessione solo lieve di occupati, accompagnata però da un incremento della disoccupazione che, in media, nell’anno sale dal 4,4 al 5,3 per cento con punte, a fine 2011, superiori al 6%, con un aumento della precarizzazione negli avviamenti, e con un tasso di disoccupazione giovanile che si colloca al di sopra del 20 per cento;
Non mancano comunque indicatori che segnalano tendenze al miglioramento. Infatti, in positivo, vanno evidenziati, sul mercato del lavoro, la progressiva riduzione, in atto dal 2010, delle ore autorizzate di C.I.G., ordinaria e straordinaria, e la crescita fatta registrare dall’occupazione femminile negli ultimi 12 mesi, prevalentemente concentrata nel settore dei servizi. Si nota inoltre la tenuta, nel 2011, delle esportazioni del comparto metalmeccanico e le buone performance provenienti dall’interscambio internazionale di servizi, principalmente per effetto delle presenze turistiche straniere, in costante crescita nell’ultimo biennio. Infine, sul fronte del credito, si registra una situazione a fine 2011 che non indica né flessione dei depositi delle famiglie né contrazione degli impieghi verso le imprese.

In questo difficile contesto, debbono essere tenuti in considerazione il permanere anche per il 2012 del pacchetto di “misure anti-crisi” adottate dalla Regionesin da fine 2008, indirizzate alle imprese, alle famiglie e alle fasce deboli e la riduzione delle disponibilità finanziarie del bilancio regionale, determinata dagli effetti combinati delle misure per l’attuazione del federalismo fiscale e delle diverse disposizioni volte al contenimento della spesa decise dal Parlamento a partire dalla fine del 2010.
Nel breve, le aspettative sull’evoluzione del quadro economico locale risultano improntate a cautela e preoccupazione. In questo senso la consueta indagine trimestrale realizzata da Confindustria Valle d’Aosta indica, a partire dal quarto trimestre del 2011, un marcato deterioramento del “sentiment” degli imprenditori locali e, nel primo trimestre 2012, evidenzia un ulteriore peggioramento delle aspettative  “…. dovuto alla frenata degli scambi internazionali e dell’attività economica globale.”
Con riferimento all’economia locale, l’indagine indica il delinearsi, anche in Valle d’Aosta, di una “…flessione degli indici economici in tutti i comparti del settore manifatturiero e dei servizi.” Più in particolare, il primo trimestre 2012 evidenzia una tendenza al calo di produzione e ordini, anche provenienti dall’estero, che determina una riduzione dell’utilizzo degli impianti (dal 68 al 63 per cento nei 12 mesi) e una brusca frenata degli investimenti programmatiA riguardo dell’occupazioneaumentano rispetto al IV° trimestre 2011 le imprese che prevedono di ridurre i livelli occupazionali (dal 5 al 17%) quelle che prevedono di dover ricorrere alla C.I.G. (dal 5 al 22%). Dall’indagine emerge infine l’accentuarsi delle criticità sulla liquidità delle imprese che, nel 59% dei casi, segnala ritardi nell’incasso dei crediti (53% nel trimestre precedente).
Le indicazioni previsionali sulle economie locali pubblicate da Unioncamere ed elaborate dall’Istituto Tagliacarneindicanoanche per la Valle d’Aosta, un 2012 caratterizzato da una contrazione del valore aggiunto locale, benché di entità più contenuta rispetto alla stima nazionale (-1,2% contro -1,5%). Sempre secondo Unioncamere, la spesa per consumi delle famiglie si prospetterebbe in calo (+0,7% a valori correnti corrispondente ad una contrazione reale di almeno il 2,5%) mentre le previsioni sull’export confermerebbero un lieve incremento anche nel 2012 (+2,3% a valori reali contro il 2,8% nazionale).
Il quadro che complessivamente emerge, lascerebbe intravvedere per l’economia valdostana il rischio, da non sottovalutare nella sua portata prospettica, di un ulteriore depauperamento del tessuto industriale – e della sua occupazione diretta e indotta – con, come conseguenza, una terziarizzazione sempre più marcata del sistema localepolarizzato, da un lato, sui servizi legati al turismo e, dall’altro, sul comparto pubblicoSul turismo, soprattutto quello “domestico”, non possono non essere considerate le criticità e le potenziali turbolenze derivanti dal protrarsi e dall’aggravarsi della crisi a livello nazionale e dal suo previsto effetto sulla capacità di spesa delle famiglie. Sulle risorse finanziarie pubbliche e sulle connesse possibilità di assorbire ulteriore occupazione nelle amministrazioni pesano invece, da un lato, i vincoli di spesa posti dal Patto di Stabilità interno - che coinvolgono pesantemente anche gli enti locali - e, dall’altro, i limiti ormai raggiunti per la provvista “fiscale”, stante la già elevata pressione esistente, da molti ritenuta a livelli non più superabili.
Colpito da una crisi “strutturale”, che con tutta probabilità quando sarà seguita da un nuovo ciclo espansivo avrà lasciato poco o nulla “come prima”,  il tessuto imprenditoriale locale per trovarsi pronto all’appuntamento con la ripresa economica deve continuare a guardare avanti con coraggio e “non mollare” concentrando gli sforzi tecnici, organizzativi e gestionali dell’impresa sulla qualità dei prodotti e dei servizi offerti, non rinunciando ad investire ancora in innovazione, di prodotto e di processo, anche approfittando delle misure regionali di sostegno esistenti, mantenendo, rafforzando o, nel caso, attivando la presenza dell’impresa sui mercati esteri, in particolare su quelli europei ed extra-europei a domanda più dinamica. (continua)

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