5 maggio 2012

Valfidi mantiene le difese contro l'aumento degli spread (prima parte)

Come già annunciato ieri, in vista dell'Assemblea dell'11 maggio, ti propongo, diviso in due parti (oggi e domani), l'intervento del Presidente di Valfidi Andrea Leonardi, pubblicato su «Valfidi Informa», dal titolo «Difficoltà delle imprese di accesso al credito. Valfidi mantiene le difese contro l'aumento dello spread».


Il percorso di Valfidi di questi ultimi anni, e particolarmente accelerato tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, è stato quello di seguire, non certo pedissequamente, la via del rinnovamento del proprio pensiero, del modo di vedere il futuro delle necessità delle imprese, adeguandosi, alla evoluzione del mondo imprenditoriale e del credito.

Ferme restando le fondamenta ormai consolidate della mutualità, Valfidi ha seguito con attenzione il periodo di eccezionale innovazione del mondo del credito e della finanza, divenendone, nel proprio territorio, ambito ricettivo e anche interprete.

Non si è trattato di una disaffezione al vecchio mondo dei consorzi di garanzia fidi; si è seguita la via di scorrimento di una rivoluzione normativa, peraltro annunciata, cercando di rimanere al passo con i tempi. Non si è trattato di un abbandono dei principi di base per rendere vantaggio alle imprese socie; si è trattato di adeguarsi il più velocemente possibile alle nuove esigenze imprenditoriali, lasciando da parte tutte le riconduzioni a riferimenti originali, a ormai obsolete organizzazioni socio – economiche.

La sfida dei Confidi è venuta più difficile con il concretizzarsi della crisi economica in cui il nostro Paese versa (scongiurando il “mal comune mezzo gaudio”). Sono stati il deficit di competitività delle piccole e medie imprese, la aumentata difficoltà di accesso al credito, la situazione finanziaria degli Enti pubblici, che hanno spinto ad una ricerca ed attuazione di discontinuità con il passato. E’ inutile nasconderselo, l’impoverimento dell’imprenditoria si sta ora constatando anche nel territorio della Regione valdostana.

Valfidi non è rimasta a guardare; né intende farlo con la sola speranza collegata al detto “prima o poi cambierà!”. In altre parole, Valfidi ha percepito per tempo come la crisi economica avesse potuto modificare alcune certezze sulle prospettive del nostro modello di sviluppo economico – sociale.

Un nuovo sistema economico del nostro territorio regionale dovrà mettere sempre più in evidenza l’impresa (piccola e media, sulla quale poggia per la gran parte la propria economia interna) e nel contempo le variabili ad essa estrinseche che generano quel maggior valore di cui l’impresa si avvale. Si dovrà puntare a un modello evoluto di piccola e media imprenditoria, in cui il vero fornitore di servizi ad alta intensità venga sostituito da variabili a forte capacità di innovazione sul prodotto e sulle capacità imprenditoriali e di accesso al credito. Lo sviluppo di cui trattasi potrà avvenire solo sulle fondamenta di un solido sistema produttivo tradizionale che abbia prima di tutto nell’artigianato e nel manifatturiero, ma anche nel terziario, del turismo, del commercio e del credito e nell’attività agricola produttiva, i propri imprescindibili punti di riferimento.

Ecco, allora, come il Consorzio di garanzia fidi si potrà porre tra gli elementi importanti, se non addirittura essenziali, della attuale politica gestionale delle imprese.

I tavoli del credito, ambiti cui partecipano operatori pubblici, banche e confidi, si ripetono sempre più frequentemente. Che cosa si stia cercando di fare in sede di confronto e di discussione è indubbio: ampliare per quanto possibile le opportunità di accesso al credito per tutte le imprese ed in particolare per quelle in start up o con investimenti in corso. Si dovrà cercare cioè di aiutare chi darà garanzie di impegno di lavoro e chi, avendo avviato attività, si sia trovato nel momento di crisi, improvvisamente privato dell’autofinanziamento della propria impresa e dei mezzi finanziari per affrontare ovvero per portare a conclusione gli investimenti in corso.

Le banche restringono la concessione di credito e non danno più liquidità; (e che i problemi condizionanti vengano da regole interne od internazionali non importa).

Non abbiamo dati aggiornati della nostra Regione e quindi ci rifacciamo a risultati di indagini svolte da terzi. Dalla Lombardia (abbiamo fatto nostre le conclusioni di una indagine, sebbene debbano essere tenute in debito conto le differenze territoriali e antropiche) la Confapi ha diffuso, per il tramite della Camera di Commercio di Milano, l’epilogo di un interessante lavoro svolto tra le imprese piccole e medie (del “pavese”): un’impresa su cinque si è vista negare la concessione di nuovo credito; una impresa su tre lo ha ottenuto dopo una lunga e impegnativa trattativa; solo il dodici per cento delle imprese non ha avuto problemi.

Una ricognizione tra i soci di Valfidi ha confermato tali suggestioni, anche se le percentuali suddette sono apparse ridimensionate a favore degli operatori economici locali. (continua)

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